Il primo ricettario ad avere un autore certo è il Libro de Arte Coquinaria, che Martino de’ Rossi, detto maestro Martino da Como, compila a Roma tra il 1464 ed il 1465. De’ Rossi, ticinese di nascita, lavora prima in Lombardia, alla corte di Francesco Sforza, poi a Roma, al servizio del patriarca di Aquileia, infine, di nuovo a Milano, per Gian Giacomo Trivulzio. Questo suo errare per la penisola, fa sì che la cucina da lui proposta si sia arricchita di influenze regionali, anche arabe, e abbia contribuito alla definizione del modello italiano di cucina. Le ricette presentate, scritte in volgare, si distinguono dalle precedenti per una più evidente cura nella descrizione dei procedimenti e per una maggiore precisione terminologica.
Il successo e la divulgazione, sia in Italia che in tutta Europa, del testo di Martino, successo che durò fino alla metà del Cinqucento, è dovuto a Bartolomeo Sacchi, detto il Platina (1421-1480), prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana.
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