broccolo fiolaro |
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I Colli Berici e l'Alto Vicentino | |||
Scritto da Damiano Savin | |||
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TRA STORIA E LEGGENDA Del broccolo fiolaro si innamorò nientemeno che Wolfgang Goethe durante la tappa a Vicenza del suo viaggio in Italia del 1786. Pochi decenni più tardi, nell’Ottocento, la produzione era cresciuta fino a toccare i 150 mila cespi all’anno. Dopo una certa flessione produttiva registrata negli anni Cinquanta-Sessanta, grazie alla riscoperta della tipicità e della genuinità dei prodotti, il broccolo fiolaro è tornato sulle tavole, presentato in un’infinità di ricette: dai tortini agli sformati, nei panzerotti e sulla pizza, con la pasta e nei ripieni, nelle creme e nelle zuppe o come contorno. Il broccolo fiolaro, coltura tipica della zona collinare di Creazzo, un tempo era il cibo dei poveri. Oggi è invece un ortaggio di qualità particolarmente apprezzato per le sue proprietà alimentari. Il suo nome deriva dalla presenza di più germogli inseriti lungo il fusto della pianta e conosciuti in dialetto veneto come "fioi". È un prodotto che ha la particolarità di non assomigliare né per forma né per gusto alle altre varietà di broccolo. CARATTERISTICHE TECNICHE: Famiglia: Brassicacee Periodo di produzione: la raccolta dei broccoli si protrae da novembre a febbraio, anche se i più saporiti sono, secondo la tradizione, quelli delle prime gelate, quando per difendersi dal freddo il sempreverde limita la presenza di acqua nei tessuti aumentando la concentrazione di sali e zuccheri. Caratteristiche nutrizionali: il broccolo ha un elevato contenuto di sostanze antiossidanti e anticancerogene. Il suo consumo è indicato come alimento preventivo dei tumori dell’apparato digerente, polmonare, del seno, della prostata e dell’endometrio, nonché nei soggetti affetti da ipertensione arteriosa grazie all’ottimo apporto di potassio. PRODUZIONE Di questo ortaggio ci sono diverse selezioni che si differenziano, anche se in modo non molto marcato, per precocità di maturazione e per aspetto delle foglie. Si semina a mano in semenzaio a fine giugno, per ottenere le piantine da trapianto. Le piantine vengono poi trapiantate in pieno campo nel mese di agosto. A distanza di un mese viene eseguita una sarchiatura con una leggera concimazione. Senza ulteriori particolari cure, i primi broccoli sono pronti già nel mese di novembre; la tradizione vuole infatti che i broccoli più saporiti si consumino solo dopo il verificarsi delle prime gelate. Non a caso i caratteri organolettici dell’ortaggio migliorano proprio durante l’inverno grazie al gelo che tende a limitare i processi biologici aumentando la concentrazione nelle foglie di sali e zuccheri. Dopo la raccolta fatta manualmente, i broccoli vengono mondati delle foglie più vecchie, confezionati in cassette ed immessi subito nel mercato.
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